Ciao Saturno, benvenuto su Picame. Per cominciare, che cosa possiamo capire di te attraverso i tuoi dipinti e disegni?
Che la figura umana è la mia autentica ossessione.
Elencaci tre cose fondamentali per il tuo lavoro.
I modelli con la loro identità. La musica che preferisco. La solitudine nell’atto creativo.
Le tue opere hanno una costante: erotismo e trasgressione. Sapresti spiegare che cosa rappresentano per te questi due concetti?
Non direi “una costante”, contemplo diverse situazioni nei miei dipinti, ma suppongo che i temi che toccano erotismo e trasgressione siano quelli che più rimangono nella memoria, chissà come mai? Comunque: l’erotismo è pur sempre una dominante nel percorso dell’esistenza, dunque mi interessa, in quanto tema pertinente per un autore che vuole cimentarsi con la figura umana e cerca di evitare di eseguire un’opera solo “bellina”. Lo stesso vale per la trasgressione, diciamo che insieme alla spiritualità sono i miei presupposti per evitare la decorazione fine a se stessa.
Hai dichiarato di dover conoscere ‘esigenze e limiti’ dei soggetti che rappresenti, per fare in modo che si venga a creare ‘un clima leggero’. Non hai mai provato a lavorare con persone di cui invece non sapevi praticamente nulla?
Si è capitato! Ma i risultati migliori si ottengono conoscendo a fondo il modello. Ma questo mi sembra normale, vale per tutte le cose.
Se fossi costretto a salvare uno soltanto dei tuoi lavori, quale sceglieresti?
Direi: “The sisters” un olio del 2009. Un lavoro di piccole dimensioni, senza nessun eccesso e trasgressione, ma che ben rappresenta il mio modo di interpretare la pittura.
I tuoi soggetti nella maggior parte delle rappresentazioni interagiscono con oggetti e strumenti. In che modo spieghi loro come relazionarsi a questi ultimi e a che scopo?
Lo scopo è quello di ottenere dall’insieme il massimo potere evocativo che un’immagine può determinare. Generalmente non trovo particolari resistenze da parte dei modelli nell’eseguire le pose che scelgo per loro. L’operazione basilare è stata fatta a monte, cioè quella di infondere fiducia all’interlocutore, conto anche molto sulla mia capacità “seduttiva”.
Se dovessero chiederti di provare a non servirti della figura umana per cercare di raccontare in altri termini il rapporto tra: erotismo, trasgressione e dolore, che soggetto/oggetto/mezzo sceglieresti?
Ritrarrei, decontestualizzandoli, determinati oggetti, magari all’interno di una cattedrale.